martedì 10 marzo 2015

Le volontarie in SCN raccontano...

Per salutare le giovani volontari che hanno prestato servizio in cooperativa per l'anno 2014-2015 vi proponiamo ciò che loro hanno scritto durante il percorso di formazione e capire cosa il "fattore Ozanam" ha lasciando il loro. Ascoltiamo le loro personalissime testimonianze.




Veronica Sarra, anni 28. Ruolo: animazione e attività laboratoriali.
 “Casa famiglia Ozanam è una grande famiglia che ti mette alla prova tutti i giorni e dove il contatto con gli utenti affetti da disabilità mentale risulta essere un'esperienza altamente formativa e stimolante. Qui si ha la possibilità di confrontarsi con realtà per molti versi dimenticate o sottovalutate e di scoprire un mondo fatto di persone autentiche che regalano affetto e stima, ma che mostrano e ti mettono in contatto con esperienze di vita  molte volte tragiche e piene di dolore. Tutto ciò ti fa riflettere, ti fa porre domande, ti fa scardinare determinati preconcetti e ti fa crescere. Il mio compito, quale volontaria in servizio civile, all'interno della casa famiglia, è quello di organizzare e realizzare attività ricreative e d'intrattenimento per gli utenti in collaborazione con gli animatori e gli operatori. Tali attività vengono spesso scandite da chiacchierate e scambi d'opinione su svariati argomenti, anche personali. E ti rendi conto che molte volte quelle chiacchierate fanno bene più a te e che in cambio di veramente poco queste persone riescono a riempirti di calore e ti fanno sentire speciale.”

Carla Armenia, anni 27. Ruolo: addetta alla comunicazione e attività laboratoriali
“Ho aperto le finestre, ho imparato ad osservare mille sfaccettature e le ho amate. L’Ozanam mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con una realtà difficile, quella della disabilità mentale, scardinando secondo per secondo i preconcetti, figli della società moderna, i miei. È stata la chiave di accesso ad un mondo dove si contano i secondi, gli attimi di un tempo che sembra non finire mai, poiché intenso, più che mai profondo. Sono i cosiddetti “Invisibili” a renderti visibile e finalmente a darti la forma per godere della quotidianità delle cose, di un sorriso, ma anche di una sfuriata che si carica di ricerca dell’Altro, di attenzione; per farti capire che il tema dell’Altro di cui si è alla continua ricerca non è che in Loro, nella loro continua lotta contra la sofferenza, nelle loro cicatrici.  La possibilità di condividere con loro momenti, attività laboratoriali e di curare l’aspetto della comunicazione e dell’organizzazione delle conferenze per la cooperativa mi ha permesso di poter mettermi in gioco e di crescere. Le loro sono storie che vale la pena conoscere, ma anche raccontare, per poi non poter più dimenticare: grazie all’ Ozanam, grazie ai suoi utenti che mi hanno regalato più di quanto mi sarei aspettata, il sentiero per il cambiamento!

Carmen Verga, anni 28. Ruolo: attività laboratoriali e osservazione “dinamiche”
Decidere di entrare in contatto diretto con persone che soffrono di patologie psichiche non è cosa semplice. A volte fa paura, a causa di quella presunta "diversità" che, inevitabilmente, temiamo; a volte ci incuriosisce e ci stimola, perchè, magari, ci sentiamo mossi da una propensione a far del bene, a spenderci per chi ha bisogno, ad accostarci a chi soffre, con la timida intenzione di alleviarne le sofferenze.In tutti i casi, progressivamente, ti ritrovi a vivere un'esperienza relazionale meravigliosa, costruita a partire dal quotidiano, dalla condivisione, dallo "stare" insieme.


In ottemperanza ai compiti previsti dal progetto, infatti, sostengo gli ospiti in tutte le attività previste ai fini della riabilitazione psicofisica e del reinserimento sociale. Essendo laureata in Scienze e tecniche psicologiche, ho anche avuto modo di arricchirmi professionalmente, mettendomi alla prova nella strutturazione di dinamiche di gruppo e di laboratori ludico-ricreativi.Do tanto, ma quello che ricevo è molto di più, ovvero la sincera amicizia di quelle persone splendide messe, loro malgrado, a dura prova dalla vita. Auguro ai futuri volontari di vivere appieno e consapevolmente le profonde gioie che questa esperienza può donare.