venerdì 30 gennaio 2015

"La nostra grande famiglia..."

Riportiamo il saluto di Teresa Palma, presidente della Cooperativa Ozanam, rivolto a S.E. Mons. Paolo Urso (vescovo di Ragusa) e all'assemblea dei fedeli riuniti nella Basilica di San Giovanni Battista di Vittoria, in occasione della Celebrazione in ricordo del 25° di Fondazione:

In questo momento ho la gioia di rappresentare la grande famiglia della Cooperativa Ozanam, nel festeggiare il suo 25° di vita.
Per questa cooperativa la sua nascita è stato un matrimonio fatto in Chiesa, nel senso di aver sposato i principi più sacri dell carità umana.
Lo spirito che ha animato la missione della Cooperativa Ozanam è stato quello di servizio e di lavoro verso gli ultimi, pur mantenendo la concretezza di svolgere un lavoro remunerativo che riflettesse la dignità degli operatori. Questi principi sono stati la pietra d'angolo a cui abbiamo sempre rivolto lo sguardo e a cui qualche volta non siamo riusciti ad essere perfetti testimoni, ma come il figlio prodigo, abbiamo fatto sempre ritorno alla casa del Padre.
Ed è alla casa del Padre che oggi, giorno così importante per la nostra storia, facciamo ritorno festeggiando insieme tutto il bene che abbiamo costruito e facendo ammenda di ciò che umanamente non riesce sempre bene.
Ringrazio S. E. Mons. Paolo Urso per la sua presenza, ricordando come sempre in questi suoi anni di mandato è stato presente nell'appoggiare la storia umana-cristiana del nostro percorso.
Non poteva non essere lui a celebrare questa Eucaristia per noi tutti dono di incontro con Dio e con gli uomini attraverso cui parla.


sabato 17 gennaio 2015

Il piatto-ricordo del 25°

In occasione del 25° Anniversario di servizio della Coop. Ozanam abbiamo pensato di racchiudere in un'immagine simbolo l'idea di fondo che per tanti anni ha orientato il lavoro di operatori, medici, volontari e di quanti hanno contribuito a rendere sempre più forte e pregnante nel territorio l'operato della Coop. Ozanam.
Il simbolo che abbiamo scelto è quello della Fenice, in quanto riesce a sintetizzare al meglio il significato del nostro lavoro.
Il mito della Fenice ha una storia molto antica, l'origine è egizia e svariate sono state le sue rivisitazioni.
Secondo la versione principale del mito, la Fenice, dopo aver vissuto per 500 anni,  avvertì il sopraggiungere della morte e si ritirò in un luogo appartato per costruire un nido con le più pregiate piante balsamiche. Infine vi si adagiò e attese che i raggi del sole l'incendiassero, lasciandosi consumare dalle fiamme.
Trascorsi tre giorni, il sole trasformò quel cumulo di cenere in una nuova Fenice, più giovane e più potente di prima. Si narra che la morte e rinascita della Fenice avvenisse ogni 500 anni.
Così la Fenice divenne simbolo della Sapienza divina e nel IV sec. d.C. venne adottata come simbolo paleocristiano di immortalità, resurrezione e vita dopo la morte.
Per estensione, per la sua lunga vita e drammatica morte, il significato è stato trasposto nella dimensione spirituale, a voler rappresentare la capacità di superare le difficoltà che normalmente la vita ci pone davanti: l'opportunità, a volte, necessità di ricreare noi stessi. Infatti, il motto della fenice è la locuzione latina "Post fata resurgo", "dopo la morte torno ad alzarmi", dove il termine 'fata', oltre ad indicare la morte, rimanda anche al concetto di destino, alle cose che devono o possono accadere.
Abbiamo scelto di tingere le ali della Fenice  con i colori che rappresentano l'unione dei 5 continenti, come richiamo immediato all'universalità delle provenienze, al fine di sottolineare la nostra particolare attenzione all'accoglimento dell'Altro.
Nella nostra rivisitazione, le due piume caudali della Fenice si sono prestate a rappresentare le due dimensioni inscindibili dell'individuo: corpo e anima. Questa immagine, quindi, ci aiuta a visualizzare l'essenza del servire il prossimo, ovvero dare attenzione ad entrambe le dimensioni e prendersi cura di tale inscindibilità.
Infine, il piumaggio sulla testa intende evocare le tre dimensioni dell'amore, tratte dalle riflessioni di S. Caterina da Siena: amare per primo, amare gratuitamente e amare sempre, ovvero incondizionatamente, anche quando non si è corrisposti.

Questi, dunque, gli aspetti essenziali che compongono la realtà della Coop. Ozanam, i piccoli grandi dettagli su cui si articola il servizio quotidiano, i principi base su cui costruiamo il cambiamento, gli occhi con cui guardiamo al futuro.

venerdì 16 gennaio 2015

Mons. Paolo Urso tra noi

Il dono della presenza del vescovo di Ragusa, Mons. Paolo Urso, è stata una grazia speciale per celebrare anzitutto nella fede e nell'unione con la Chiesa il 25° di Fondazione della Cooperativa Sociale Ozanam.
Alla concelebrazione hanno partecipato p. Vittorio Pirillo, arciprete della Basilica di San Govanni Battista di Vittoria che ci ha accolto e p. Rosario Cavallo, assistente diocesano della Caritas.
E' la Chiesa diocesana ed in particolare la comunità cattolica di Vittoria ad aver promosso nel 1990 la Cooperativa Ozanam e l'8 gennaio di quest'anno la concelebrazione di San Giovanni ha rinsaldato questo legame profondo tra i soci, gli operatori e i volontari che ieri come oggi sono coinvolti in questo percorso di cooperazione a favore dei più emarginati della società e comunità locale.