Carnevale… una tradizione millenaria dove i poveri impersonano i ricchi e i matti del villaggio si immedesimano nei grandi custodi della saggezza.
Carnevale, giorni di
baldoria dove chiunque con una maschera è accettato dalla società a prescindere
dal suo ruolo.
Carnevale, una festa
che rende la gente normale completamente matta … e i matti stessi?
Durante il carnevale i
matti possono sentirsi liberi di esprimere le proprie emozioni senza dover
tener conto per tre giorni degli schemi culturali che una società impone e
poter, così, dar sfogo al proprio essere.
Incarnare una emozione
con una parrucca e un accessorio stravagante ci permette di guardarci allo
specchio e poter accettare chi siamo e, quindi, conviverci.
Questo è il progetto
che abbiamo portato avanti per questo carnevale a casa Ozanam nel quale i
nostri ragazzi personificavano le emozioni che più li rappresentavano, a
prescindere dal loro status. Per i nostri ragazzi è già difficile prendere per
mano la loro malattia e percorrere la strada che è la vita. Noi abbiamo voluto accompagnarli
affinché loro tendessero l’altra mano all’emozione che più li identifica.
L’emozione… questo processo cognitivo, mentale, invisibile e difficile da riconoscere…
Noi abbiamo voluto dargli un vestito, un
colore e un cappello così da poterla vedere e personificare.
Non è stato di certo
facile convincere i nostri ragazzi a farli truccare e fargli indossare qualcosa
che non fossero i loro soliti vestiti, ma ci siamo riusciti!
È stato fantastico
vederne il risultato… i nostri ragazzi divertirsi e dilettarsi in balli sulla
cima della collina iblea dove avevamo organizzato questo carnevale dedicato
solo ed esclusivamente a loro.
Vanessa Vanellone
Sebastiano Accardi
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